foto di Michele Guerrini


Il Leggio 2022


Che vi sia scoria e gemma in tutto ciò che esiste ciascuno sa; e che nella congerie del visibile, nei fiati delle creature che danno tepore al pianeta, nell’agire alterno di chi, da umano, ci è pari, vi sia nascosta, in perpetua metamorfosi, un’inafferrabile verità.
David La Mantia (Gesti lievi. L’amore, se te ne accorgi, Il Leggio 2022) ha riconosciuto nell’amore l’epicentro stellato, radiante del reale. E ne conosce altresì il dimorare dislocato, cangiante. Il suo enunciarsi nel conto dispari, nell’inatteso.
Perché tale nucleo, gravitazionalmente potentissimo, del creato, abita il segreto, e rivela solo dove non è: nell’ovvio dell’ostentazione, nel convesso del plateale; nella retorica parata, nel criterio prestabilito.
Sono lievi i gesti d’amore, insignificanti: talora fastidiosi a chi ha occhio opaco, perduto nell’io, incapace d’incanto. Non dice sé stesso il bene, non si compiace; è cosa umile e piana, che sa il basso e il buio, e dischiude per ferita feconda. Non si fregia di onori inaugurali: agisce la grazia lentissima del salire, va alla luce nel dare germoglio, nel far dono di sé.
L’amore, se te ne accorgi, è un “semplice soffio” che crei spazi / per nidi, apra i varchi, illumini”. È “la notte immensa dei fornai”, insonne, fattiva, ampia di gesto proteso.
L’amore è nobile, ma sceglie sempre l’umiltà. Così La Mantia è colto e capace, ma sceglie la semplicità del verso, e nomina le cose nude e originarie, sfiorandole piano, perché sa che alla gentilezza esse rispondono con melodie e sensi profondi.
Tra gesti minimi, esigui; talora equivocati, irrisi, vilipesi; tra questo polo e le “ingiuste verità” che crivellano l’esistenza di ogni vivente, ebbene con “minuscole mani” si può insistere la propria umanità, tersi al fallimento e all’insulto. “In questo vuoto è compassione” diceva Giovanna Sicari “in questa zona / fuorilegge  ci si può salvare”.
Gesti lievi è il libro del continuo ricominciare. Un’intesa coi flebili, coi benedetti illusi: canto che sfiora essenze marginali, nobilita l’omesso e l’irrilevante, avvalora l’atto misero e manchevole, patria dell’umano, e risolleva alla tenacia del possibile, dando ampio respiro all’unica cosa che esiste: l’amore.

Ivan Fedorovich Choultsé, Sera d’autunno, 1921



*

Ti ho preparata agli spari, a ridere
della bufera, a ritenere normale
tane e rifugi, soluzioni le ombre
stanche della magnolia, gli ombrelli.
Ho creduto per te alle smorfie,
ad un mondo di sassi, ai graffi
come condizione eterna, al cielo
come avversario e come lutto.
Per questo, quando è rimasto il sole,
un azzurro vuoto, poche cicale,
eravamo immobili, io e te.

*

La bellezza non consiste nel rispetto
delle distanze tra gli alberi,
ma nemmeno nell’infrangere
le regole del bosco, nel seminare
a caso nell’estirpare.
Impara a non vedere differenze,
a confondere la felce con la quercia
che ferma il cammino, ad amare
anche la gramigna, anche l’edera
serrata ai rami disossati.
Dimentica il bastone
con cui ti facevi largo, cancella
la traccia al tuo passaggio, se la strada
conduce al burrone, ascolta
come un semplice soffio crei spazi
per nidi, apra i varchi, illumini.

*

Non prendere le lenti per vedere
le strade di ieri, le porte
sicure, i tombini salvavita
dove scivolano i topolini
prima di soffocare,
non perdere tempo nel riconoscere
le sedie, i bicchieri vuoti, risa
perdute e posate ruggenti,
in fila, nello sporco delle tavole.
Appartengono al giorno prima,
al fiato stanco, ad occhi
soliti al male. Tu chiedi invece
altri viaggi, spazi da condividere,
il resto del racconto, mani fertili.

*

Quando il vento ha seccato le labbra,
quando ha reso gonfie le nostre palpebre?
I bambini giocavano nei campi
di concentramento, cantavano
canzoni d’amore, seppellivano
i fiori del comandante, con cura,
carezzandoli, mentre scavavano.
I bambini giocano sempre,
trasformano in quadri e cuori
le carte nere, le nostre mani
si limiteranno a ricordare
i colori, la nostalgia del sole.

*

Se la vita racconta poche cose,
gesti lievi e ingiuste verità,
non darle la colpa, non condannare
nemmeno le tue minuscole mani.
A nessuno è dato scegliere
quali tempeste affrontare,
che cosa i raggi del sole
mostrino davvero, quali speranze
la luna renda opache,
irriconoscibili. Là, nel mezzo
ai punti estremi, la tua fatica,
talora il dolore, l’amore
se te ne accorgi.

*

Ognuno chieda al suo dio, al tempio
della ragione se lo preferisce,
le risposte disperate che cerca.
Resto qui, alla radio consunta,
i capelli arruffati, l’arcobaleno spento.
Il giorno racconta velocità
e morte. Morti piccole, maniglie
da tenere a distanza, cani neri.

*

Dicono un tempo gli ulivi fossero case,
agili al vento, agli insetti, docili
al sole. Che allora piovesse.
Ora le librerie precipitano,
adesso attendo il friggere dell’uovo
con calma, senza voce, e partecipo
al male, senza chiederne notizia. È sera,
sull’orlo della sedia, prima di cadere.

*

M’hai insegnato ad amare tegole
e rondini, briciole d’ossa
CD buone parole, la pappa
che t’imboccava e le coperte
smarrite, marce. Caduta a gennaio,
nel letto ingenuo m’hai visitato
con la chiamata che separa l’alba
dalle nuvole, la voce esatta,
senza polvere, e scendevi sale
nell’esofago, ogni ombelico
chiudevi con un bacio, con un bacio
rannicchiavi e tendevi le unghie,
da sola, ardente, innamorata
della vita infranta.

*

David La Mantia (Grosseto 1963) è docente di italiano e latino al liceo, ha lavorato a lungo come ghost writer, pubblicato testi di tradizioni popolari, enogastronomia, racconti, poesie raccolte in antologie. Fa parte del C.T.S. della «Fondazione Bianciardi», è vicepresidente dell’associazione «Portavoce», responsabile eventi della proloco di Grosseto. Ha pubblicato: la silloge A testa bassa (Innocenti, 2019), con cui ha ricevuto il secondo premio per la poesia edita al premio «Città di Grosseto» 2020;  la presente raccolta di poesie Gesti lievi (Il leggio, 2022), tra le 9 opere inedite selezionate per il premio Pagliarani 2021; Finestre. Taccuino 1935 – 2022, Inschibboleth Edizioni 2023. Cura lo spazio web di poesia e cultura «FINESTRE – Lit-blog de L’Irregolare».