Mincione Edizioni 2023
Collana Poesia, diretta da Sheila Concari
Ci sono smeraldi privatissimi, dedicati, per chi è disposto a pronunciare, anche da territori franti, la parola amore.
Lo scempio quotidiano del restare non tollera parole-chimera: pretende una poesia di capillari combustioni, vellutati attriti, intemperie benedette.
Le immagini di Cristiana Panella, nel suo Abbecedario della scintilla (Mincione Edizioni 2023), sono diademi ardenti, corolle di stupori lontanissimi. Praxis di preghiera ininterrotta, è nel gesto del dono il “lutto” che ci divelle dal trono di farfalle della nostra vanità.
Batte il pianto nel suo etimo: pulsa, segna il passo; e bussa tre volte alla porta, assetato di veder affiorare l’altro in occhi come “torce di gioia”. Il bacio ai polsi parimenti è rintocco, che detta una parentela sottesa, segreta, a “rammendo” di ogni futile distanza.
Il cammino, nell’amore afflitto, è brutale di ripidità: crolla al centro, alla croce di splendore dove il cuore sa le ampiezze, ed è nell’ideogramma del sole. Incontro tra verticale misericordia e orizzontale carità: è quello il polo magnetico che riorienta gli sterminati paesaggi, che sorprende di scoscesa grazia, nell’assurda pienezza della caduta. Nel precipitare, il battesimo di un’alba di ritorno, l’aristocratica innocenza di chi ha già tutto attraversato: perdere ogni cosa, dilatati e sottili come fanciulli, trasparenti a un’altra luce.
L’amore, umile e sovrano, ricentra il mondo sull’altro da sé, dilata le stanze della devozione, fa gradino a Dio. “Il tuo amore mi ha ferito, cammino in te cantando” diceva Giovanni Climaco. Il dolore del protendersi senza appoggio è sentire il tonfo della propria schiusa: nell’immensa umiltà, sentirsi rimbombare addosso un lignaggio di assoluto. La sconfitta è carezza del Padre, quando ci viene a cercare.
*
da: Cristiana Panella, Abbecedario della scintilla (Mincione Edizioni 2023)
“Still ist die Nacht, es ruhen die Gassen,
in diesem Hause wohnte mein Schatz;
Sie hat schon längts die Stadt verlassen,
Doch steht noch das Haus auf demselben Platz”
si mise in viaggio avvolta nel tulle della notte fonda,
così come nella voce
la trina illuminava la bruma, e il suo rosso cuore racchiuso
nel velluto,
e nulla temeva
attraversò roveti e calanchi
e sempre chiedendo
ai pastori notturni se avessero incontrato un giovane dagli
occhi sciolti nell’ambra
ché il suo sposo aveva i capelli dei desideri ardenti,
ripeteva,
e a dolci volute
e aprendo le mani
così, mimava.
al termine della notte, quando il blu di Prussia stempera nel
viola, l’ultimo pellegrino le mostrò con il dito un tenue
lucore a valle
lei bussò tre volte, ogni volta chiamando nei nomi del sogno
Dentro faceva tiepido, e gli occhi del suo sposo erano
torce di gioia.
(la promessa in sposa e il bosco)
seguo il cammino delle lucciole oltre i fili d’erba rivestiti di
rugiada
caliamo le nostre vesti di nozze per la notte,
(il soffitto a inchiostro blu: piume d’uccello
farfalla.)
il bacio dei polsi suggella l’unico sangue
una sola vena
rammendo dei gesti estranei e destinati
nel blu silenzio lo scuro è sacerdote
questa prima luna di nozze vestita a morte nuova
non è nuovo ciò da cui tutto viene
accende il primo fuoco che inventò lo stupore dell’amore
blu di Cina blu cobalto blu di Persia blu zaffiro
blu indigo blu reale blu notte
un ordito di pensieri caduti risplendenti di rovine, la gonna
eccomi sposa brocca cesta
grembo disarmato, lo stato d’amore che non trattiene e non
alleva
scendo,
nella tunica elica
scalzi i piedi si scollano
A fondo si corre.
più scuro dello scuro cielo,
il mistero
più alta la preghiera.
dimmi di ventagli di carta che si involano per ardere e
sparire.
non cercare
non maledire
gli indici che additano la colpa si fendono per primi.
nel coppale screziato della finestra,
il viola spinoso dei cardi
ancora
da qualche parte
frugata, la vita
Raccogli i lembi dei tuoi piedi, e fanne un
sentiero curato.
i passi saettano i fonemi di scintilla,
e il vulcano si dispiega a evento già spento
la corona di fiammelle non sfama più gli aguzzini celesti
Superno è rimasto una croce nel fieno
se tu fossi solo questa distesa di alte erbe
come dirlo,
con la voce
l’amore in movimento è già un manifesto di lotta.