Musicaos Editore 2020
da: La gravità terrestre, Musicaos 2020
sulla tangenziale piove, la divina consistenza
delle pozze di bitume, sanno tumefare come poche
cose al mondo la tua bocca
resta qui
non bloccarti nella calca di ritorno verso
casa, dici a priori la parola che più conta
amado mio un refolo di giallo oro
si raggruma nel contatto con il vetro di riflesso
contro la barriera di fuggita
*
non così, premuti nella fissità del giorno
che si sfalda, niente più ritorno
a credere
alle bocche che si assiepano granitiche
sugli spalti degli abbeveratoi, così no
l’unica minaccia che ti accora viene
dallo sfinimento dei mercati generali a
notte piena
non ti accorgi che risiamo
l’avanguardia grigia che preme alla battaglia
come grigie sono le perentorie zone
metropolitane
*
il punto esatto è tra la scapola e la
nuca, non si vede nulla ma è ferita che risale
a prima che nascessi, dice che
non è colpa mia si vede che
era destino fin quando
posso sopravvivere al dolore è bene
non
può più restare qui le bestie d’altura
hanno poco pascolo per questo
tirano dritto senza neanche un suono
*
faceva notte mentre tu dicevi: non guardarmi
so di latte e camomilla, vorrei essere di guerra ma
ricevo
la vita in dono come non avrei voluto. Aiutami a
morire
fammi vivere soltanto se prometti
angoscia e malattia.
Con quelle ti farò del male
quel che vedi ogni sera scomparire tra le rose
*
cioè di non piangere, piuttosto
di ascoltare il pigolio dei merli
appena nati, trovati morti dopo un giorno
di neve fiacca e gelo. Viene così
a nudo la cosa che sapevi
tossisci, non sai che dire
*
l’aureola mancante della santità
a volo d’aria si raccoglie e vede
coriandoli gettare il panico tra i fiori
un inganno in piena regola
una vera crudeltà
*
9
E adesso che fa freddo e a fatica
si distinguono i contorni dei portoni
una mano immensa ci percuote
ci consuma e chiede
comprensione, come tutti ha una ragione
per esistere, soffrire, far soffrire.
Canta e non dispera. Vi si vedeva dentro
come in una lastra di radiografia.
*
Sarebbe stato meglio arretrare
ma non sapevo come.
Neppure in sogno si aprivano i cancelli
le guardie erano stucchi immobili
che attendevano di veder morire
i loro prigionieri. Sarebbe stato meglio
sciamare via nei campi di melica
non bastava il controllo degli astri
sopra il capo, per armi solamente
mantelli e spine di roveto. Basterebbe
tremare di candore e di innocenza
e dire cose che sarebbe stato meglio
tacere. E tutto a un tratto infatti tace
come nelle favole di Grimm, le più feroci.
*
il luogo / desolato / nella marca di confine
elettrificato sotto un cielo astratto
che incombe, manca di tutto, di tutto
lordato, offeso, deprivato ma non
del nucleo dolce degli affiorati gas
oltre i fossati, nei laghi. Uno
che domanda la sua assoluzione
qui si perde e invano si contrista
innanzi al corpo mutilato e altero
del nemico incomprensibile venendo
da dove si delinea il fuoco
*
si tenevano per mano, con la corda
stringevano fantasmi a loro simili
sbucati dal nulla, fatti prigionieri
assieme alle sostanze ossee nell’aria
sciolte. Perché dire
la verità se in cambio della vita
qui non offre niente nessuno
ci si strema ad attendere vie
d’uscita mentre macina la pietra
sopra i corpi senza sosta
**
Da: La cometa, Gallo & Calzati, 2005
IL MALE, PROPRIAMENTE, non esiste.
Si semplifica da sé, vistosamente apre
le ali sui fiori dell’infanzia ma dimentica
l’enormità inscalfibile dell’anima che stacca
il suo accordo la e la ritorna come fanno
le voci rievocate tra gole di montagna, un muro
di camelie indemoniate negli amori. Cupo
e disdicevole sarebbe se la scia che portentosa
lascia dissolvendosi, dei corpi mutilati
dalla guerra non si armasse e non dicesse
tutta l’esattezza dell’oro e della luce
*
Elio Tavilla è nato a Messina nel 1957. È docente di Storia del diritto presso il Dipartimento di Giurisprudenza di Modena. Tra i suoi libri di poesia, Il cubo e l’assenza, con prefazione di Maria Luisa Spaziani (Società di Poesia, 1984; Premio per l’inedito E. Montale 1983), Concetti semplici, con prefazione di Rosita Copioli (Prova d’Autore, 1989), L’amore di due, con postfazione di Alberto Bertoni (Book Editore, 1999; Premio Dario Bellezza 2000), La cometa, con nota introduttiva di Giampiero Neri e postfazione di Emilio Rentocchini (Gallo & Calzati editori, 2005; Premio Sandro Penna 2005).