peQuod 2023
Postfazione di David La Mantia
Dalla postfazione:
Tutto chiede bellezza.
È possibile trasformare un processo estetico in uno etico?
La risposta è nella voce stessa di Ilaria Giovinazzo, nella sua nuova silloge dal titolo evocativo La religione della bellezza (il richiamo è al trattato di estetica morale di John Ruskin).
È un fenomeno raro, indubbiamente, da cercare nell’armonia dell’universo, quando l’esercizio e l’esposizione al bello si trasformano in rivoluzione umana, levità, gentilezza.
Ecco, è questa la missione della poetessa, in grado di accordare, nel suo lessico apparentemente semplice, suono e cose. Un vocabolario molto particolare, essenziale e scarnificato, giocato sugli infiniti, sull’essere e sull’esistere più che sul possesso e sull’avere.
La poesia è lo strumento per rendersi liberi, per rovesciare una realtà faticosa o inaccettabile, per superare le costrizioni. E il metodo è sempre l’eleganza del verso, la sua armonia, una misura che diventa filosofia di vita. Quasi sacrale. “Non c’è peccato nella bellezza”.
È con questo verso manifesto, vera e propria spia linguistica, che la poetessa chiude la raccolta. Un verso che racconta proprio la duplice spinta estetica e morale. Una duplice spinta che diventa una sola nell’originale interscambio fertile creato dall’ artista: “Non ho altra religione / che la bellezza dell’anima/ delle cose”.
Un percorso sacro.
David La Mantia
*
da: La religione della bellezza (peQuod 2023)
È sonnolento il tempo dell’attesa
nascosto sotto nuvole di polvere e fiato,
mescolati in ghirlande d’improvvisa euforia
e tristezze di giorni mancati.
È stanco il tempo dell’attesa.
convulso nel suo scorrere lento.
goccia dopo goccia langue,
con le mani giunte gela il sangue.
Prega.
*
Io sono tutte le donne
con l’anima sdrucita
e le calze bucate
e il corpo eroso dalla battaglia.
Ho tempeste nell’anima
e la quiete assoluta negli occhi.
Ho il centro nel cuore
e la periferia nelle gambe.
Ho scelte da madre da compiere
e scelte da donna da rimandare.
Ho ponti che crollano davanti a me
e case da ricostruire
e un piatto di minestra sul tavolo
da servire, per i miei figli.
*
Petali rossi,
l’ultimo scampolo di una primavera felice
che resta impigliata tra le dita,
ora che nel turbinio di un inverno stanco,
seduta a terra rammendo
mille coperte antiche.
*
Quando muore un poeta
si regalano rose.
Sopra l’abisso muto
della terra che lo inghiotte
il cielo intero crolla
Piove.
*
Tantra
Con i piedi nella polvere
mi diverto a importunare la perfezione.
Piedi sporchi, cuore immacolato.
*
Resto silenziosa,
senza buttare al vento
parole superflue,
illuminata
nella luce dorata della sera.
*
Mater dolorosa
ascolta…
sono rimasta a lungo sotto la pioggia
ad ascoltare il rumore di dio sulle foglie,
picchiettare leggero,
segreto testimone
dei miei sacri amplessi
sotto la volta purissima del cielo.
*
Οὔτοι συνέχθειν, ἀλλὰ συμφιλεῖν ἔφυν
Frequenta il respiro delle rose
abbandona il passo cadenzato dei martiri
Respira.
E di’, di’ sempre
la parola d’ordine dei vivi.
*
Baciando i tuoi piedi scalzi
l’alba lava di luce le pareti
bianche di calce fresca
Non pronunciare parola
Tutto è sacro. Tutto
*
Il canto scomposto
di un uccello alla mia finestra
mi scuote dal torpore notturno.
Il tuo corpo caldo accanto al mio,
la luce chiara dietro le colline.
Non c’è peccato nella bellezza.
*
Ilaria Giovinazzo è nata a Roma nel 1979, Nel 2001 pubblica il suo primo romanzo Anime perdute con Effedue Edizioni. Nel 2005 esce per Prospettiva Editrice il romanzo Non posso lasciarti andar via. Nel frattempo alcuni suoi testi appaiono su “Prospektiva Rivista Letteraria” e nell’antologia “Il tempo” di Giulio Perrone Editore. Nel 2007 esce Donne del destino per Besa Editrice. Organizza le quattro edizioni del Premio Letterario ScrivereOltre insieme a “Prospektiva Rivista Letteraria” e ne cura le relative antologie. Nel 2020 esce la raccolta poetica Come un fiore di loto per la casa Editrice Ensemble. Nel 2021 esce, sempre per Ensemble, la seconda raccolta poetica dal titolo La simmetria dei corpi, con la prefazione della poetessa siriana Maram Al-Masri. Nel 2022 vince il primo premio della sezione poesia inedita al Concorso letterario “Il Delfino” e riceve il Premio speciale della giuria al Premio internazionale “Ossi di Seppia”. Nel 2023 cura la plaquette edita da Ensemble, dell’evento Sinfonie Poetiche. Concerto per corde e fiati da lei ideato e diretto. È presente con i suoi testi in diverse antologie. Attualmente vive e lavora tra le colline sabine.