Anterem Edizioni, 2024
Piccola Biblioteca Anterem

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da: L’altro dentro di noi (Anterem 2024)

Mi chiedi quale città preferisca. La risposta è ovvia: quella dove sono nato e vivo: Genova. Friedrich Nietzsche scrive a Rapallo, nel 1877: “L’inverno seguente vivevo vicino a Genova, in quell’insenatura quieta e graziosa di Rapallo, intagliata tra Chiavari e il promontorio di Portofino. Non ero nel miglior stato di salute […] Eppure, quasi a riprova del mio principio, secondo cui tutto ciò che è decisivo nasce ‘nonostante tutto’, il mio Zarathustra nacque in quell’inverno e in quelle sfavorevoli circostanze. La mattina andavo verso sud, salendo per la splendida strada di Zoagli, in mezzo ai pini, con l’ampia distesa del mare sotto di me; il pomeriggio, tutte le volte che me lo consentiva la salute, facevo il giro di tutta la baia di Santa Margherita, arrivando fin dietro Portofino. [..] Su queste due strade mi venne incontro tutto il primo Zarathustra, e soprattutto il tipo di Zarathustra stesso: più esattamente, mi assalì”.

Archivio Francesco Leoni, Fondazione Paolo Clerici, Conte di Savoia



Essere assaliti da un’idea, dal progetto di un libro profetico e assoluto, è possibile solo in un momento di magica “sospensione”, all’interno di un paesaggio propizio alle visioni come il paesaggio ligure, caratterizzato da una luminosità mai tranquilla, ma sempre mutevole. Il filosofo tedesco aggiunge: “Udite il sogno che sognai, o amici, e aiutatemi a interpretarlo! Un enigma è per me questo sogno. Il suo significato è ancora nascosto”. Chiarire un pensiero oscuro, interpretare un’immagine problematica, è compito di una luce non estiva, non assoluta, ma increspata dalla variabilità.

Archivio Francesco leoni, Fondazione Paolo Clerici, Veduta di Genova, Via Madre di Dio, anni 60, particolare



Al suo arrivo nel 1901 Paul Klee annota nei suoi Diari: “Arrivo a Genova di notte. Il mare al chiaro di luna. In camera entra un’aria magnifica. Atmosfera severa… Case alte, fino a tredici piani, vie strettissime nella città vecchia, fresche e maleodoranti, di sera una fitta folla, durante il giorno quasi solo bambini, I loro panni sventolano come bandiere di una città in festa. Cordicelle tese da una finestra a quella di fronte. Durante la giornata sole pungente in quelle viuzze, riflessi metallici del mare, dovunque una luce abbagliante… Come andava gradatamente sparendo lontano la grande Genova notturna, disseminata di luce, assorbita dal chiaro di luna, così come un sogno trapassa in un altro…”.

Archivio Francesco Leoni, Fondazione Paolo Clerici, Fabrizio De André



Non è, quella di Klee, la Genova sognata da Flaubert, “una città tutta di marmo con dei giardini colmi di rose” da cui lo scrittore si allontana con strazio e malinconia: al di là degli scrittori che ne parlano è una città fitta di vicoli, misteriosa e stretta, dove è impossibile abitare con certezza il proprio territorio ma, al contrario, è più naturale vivere da nomadi, senza diritti su nulla, passeggeri del proprio stesso viaggio. La sua verità è essenzialmente “poetica”, atemporale, inattuale.

Archivio Francesco Leoni, Fondazione Paolo Clerici, Foce negli anni ’40



Sigmund Freud, nel 1917, scrive: “Un paziente mi prega di consigliargli un luogo di cura in Riviera. Conosco un luogo adatto vicinissimo a Genova, ricordo anche il nome del collega tedesco che vi esercita, ma non riesco a nominare il luogo per quanto sia certo di conoscerlo bene. Non mi resta che chiedere al paziente di attendere e ricorrere alle donne di casa: ‘Come si chiama quel posto vicino a Genova dove il dottor N. ha una piccola clinica dove è stata in cura per tanto tempo la signora Tal dei Tali?’. ‘Naturalmente proprio tu dovevi dimenticare questo nome: si chiama Nervi’. Devo riconoscere che coi nervi ho abbastanza a che fare”. Il paradosso di un luogo come Nervi – luminoso, marino, salubre, propizio alla cura e al riposo – è quello di portare inscritto, nel suono del proprio stesso nome, l’inquietudine dei “nervi”, la spia del disagio psichico. Il “mancato ricordo” di Freud è una riflessione sulla suggestione ambigua del nome.
Spesso l’uomo gioca, necessariamente e drammaticamente, con il potere suggestivo della finzione.

Archivio Francesco Leoni, Fondazione Paolo Clerici, Tuffo dal trampolino delle piscine di Albaro, Genova, particolare



Ecco, nel 1910, la Genova di Paul Valery: “Si cammina nella vita complicata di questi profondi sentieri come si entrerebbe nel mare, nel fondo nero di un oceano bizzarramente popolato. Sensazioni da racconti arabi. Odori concentrati, odori ghiacciati, droghe, formaggi, caffè abbrustoliti… Rapidi passanti sulle lastre segnate dallo scalpello”. L’idea di un mistero, di una complessità, di un fascino ‘segreto’ percorre le pagine dell’autore di Le cimetière marin. Altri viaggiatori occasionali, transitati da questo porto, accennano ripetutamente allo stesso fascino. Ancora Nietszche parla così dell’Ecce Homo, la sua opera scritta alle soglie della follia: “Quasi ogni frase del libro è stata ideata, pescata in quel guazzabuglio di scogli vicino a Genova, dove io stavo solo e scambiavo ancora segreti col mare… Ancora Oggi, se per caso prendo in mano questo libro, quasi ogni frase è un lembo e, se lo tiro, traggo sempre dalle profondità qualcosa di incomparabile…”.

Archivio Francesco Leoni, Fondazione Paolo Clerici, nave Michelangelo (elica), Genova


Vicoli, scogli, odori – una bellezza magica che però non appare mai direttamente ma ha sempre qualcosa di segreto. Non è solo un caso se, nella riflessione nietzschiana, gli scogli liguri vengano equiparati a dei “guazzabugli”, cioè a disegni e scarabocchi, a quelli che sembrerebbero “schizzi dell’immaginario”. L’identità più segreta della città e del paesaggio è proprio quella di restare luogo che favorisce l’eccitazione, l’astrazione, la fantasticheria, iscrivendosi nella mappa di un “fantastico” reale.

Archivio Francesco Leoni, Fondazione Paolo Clerici, Luigi Tenco, Genova


Ancora una volta il “sogno di una scrittura” smette di essere sogno irreale, paradiso remoto, e si fa pagina vera, traversata da incubi, verità inattuale che l’artista ha il dovere di mettere in luce dopo esserne stato assalito.

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Marco Ercolani (Genova, 1954), è psichiatra e scrittore. Per la narrativa ha scritto: Col favore delle tenebre, Praga, Il ritardo della caduta, Vite dettate, Lezioni di eresia, Il mese dopo l’ultimo, Carte false, Il demone accanto, Taala, Il tempo di Perseo, Discorso contro la morte, A schermo nero, Sentinella, Turno di guardia, Camera fissa, Prose buie, Preferisco sparire. Colloqui con Robert Walser 1954-1956, Destini minori, Un uomo di cattivo tono, Senza il peso della terra, Storie forse incubi, Essere e non essere. Per la saggistica: Fuoricanto, Vertigine e misura, L’opera non perfetta, Il poema ininterrotto, Fuochi complici, L’archetipo della parola, Galassie parallele. Per la poesia: Il diritto di essere opachi, Si minore, Nel fermo centro di polvere. I suoi taccuini sono raccolti in Sentinella e Nottario.
Partecipa al convegno internazionale “Bruno Schulz: il profeta sommerso”. Vince il Premio Montano, il Premio Aforisma – Torino in sintesi, il Premio Morselli e il Premio Smasher. In collaborazione con Massimo Barbaro scrive Paesaggio con viandantiL’arte della distanza, Corrosioni. Nel 2020 ristampa Il mese dopo l’ultimo (Amazon independently published), con fotografie di Chiara Romanini e postfazione di Giorgio Galli. Con Lucetta Frisa ha fondato e diretto la rivista “Arca” e “I libri dell’Arca”.
Attualmente Marco e Lucetta sono redattori della rivista online “La foce e la sorgente” per “La dimora del tempo sospeso”. In coppia hanno scritto: Détour, L’atelier e altri racconti, Nodi del cuore, Anime strane, Sento le voci, Il muro dove volano gli uccelli, Diario doppio e Furto d’anima. Di recente pubblicazione, per le Edizioni Medusa, L’età della ferita, una riflessione sui diari di Kafka. Con Angelo Lumelli nel 2023 pubblica l’epistolario Cento lettere, per i Libri dell’Arca di Joker Editore.

Siti web:
www.marcoercolani.it
https://ercolani.art.blog/

Marco è anche qui:

https://www.pangea.news/ercolani-scritture-psichiatra-bignozzi/
https://www.asterorosso.com/2022/09/27/marco-ercolani-appunti-di-poetica/
https://www.asterorosso.com/2022/08/19/su-leta-della-ferita-di-marco-ercolani/
https://www.asterorosso.com/2022/07/13/marco-ercolani-dal-nero/
https://www.asterorosso.com/2022/05/11/per-sentinella-di-marco-ercolani/
https://www.asterorosso.com/2022/05/27/il-sacro-e-il-profano-di-leonardo-sinisgalli/