Amos Edizioni 2024
collana Unica, di Arnaldo Colasanti
disegni di Giuseppe Salvatori


Questo è il racconto di sempre. Delle armi di Achille che scesero in fondo al mare. Dei morti in guerra che non sanno come e quando finirà la guerra. Del canto delle cicale e del pianto degli uomini. Della brezza del mattino o del mare increspato davanti al silenzio di una casa malandata. Questo libro è scritto da un poeta e da un pittore. Non può che parlare dell’unica cosa che conti per davvero: dell’eternità della vita.

Arnaldo Colasanti

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Da: Postomeriche, Amos 2024

Torni a casa, sciogli gli schinieri
smonti lentamente la pesante armatura
ti sembra incredibile essere così leggero
ti butti sul letto e dormi fino al mattino
senza televisione, senza sogni, né incubi,
la mattina ti risvegli, rimonti l’armatura,
allacci gli schinieri, imbracci le armi e lo scudo
e sulla testa poni l’elmo che fa paura.

disegno di Giuseppe Salvatori

*

Chi muore in guerra
muore prima che sia finita la guerra,
senza sapere chi vincerà,
senza sapere quando finirà,
se finirà.
Spesso il corpo morto viene straziato dai nemici,
vengono inflitti su di lui scempi orribili,
può succedere che un padre venga a richiedere il cadavere,
davanti a quel corpo straziato
accanto al padre
spesso i nemici piangono,
spesso tutti piangono.

disegno di Giuseppe Salvatori

*

Guarda come brillano le onde
e come l’isola sta tranquilla
sotto il sole, guarda come le fronde
degli alberi si agitano al vento.
Guarda come la casa
sta silenziosa sotto il sole,
e vedi come dal tetto
sbalza il fumo contro il cielo.
Dentro c’è un’ampia stanza
e arde un fuoco nel camino.
Bruciano l’oleastro e il lentisco
spargendo un grato odore d’intorno.
Ma chi è che vi abita? Dov’è?
Se entri, non vedi nessuno,
ti aggiri per quelle stanze
senza incontrare persona.
Intanto alle finestre vedi il mare
che brulica azzurro,
le fronde intorno alla casa dolcemente frusciano,
il cielo sta zitto e alto,
luminoso, quasi trasparente.

disegno di Giuseppe Salvatori

*

E quei bambini che giocavano
ieri sulla riva nel sole,
e questa mattina camminando per questi sentieri
che non conoscevo, neanche quand’ero ragazzo
che scorrazzavamo ovunque e setacciavamo tutta l’isola
coi cani dietro alle prede
e ci divertivamo coi cavalli
a saltare sulle rupi più erte,
neanche allora ero stato qui. La luce filtrava
in piccole radure come in camere in penombra,
tra i tronchi erano come finestre con dentro il mare,
il silenzio era rotto dal ronzio degli insetti.
Mi sono seduto su un tronco steso per terra
e ho sentito la morte vicina, seduta accanto a me,
come un insetto che mi camminava sulla pelle
e non lo sentivo quasi, tant’era leggero il suo passo
come velluto morbido.
Il silenzio era tale che mi sembrava di stare
sotto la terra, nelle profondità della roccia
in spazi e luoghi che stanno sotto, invisibili
eppure anch’essi fanno parte della mia isola –,
che non avevo mai visto e avrei voluto conoscerli,
perché io la mia isola la conoscevo tutta di fuori
ma come era dentro non la conoscevo,
mi sembrava che di lei conoscessi
solo la superficie.

disegno di Giuseppe Salvatori

*

Adesso trema l’acqua della fonte,
la brezza passa tra i miei capelli.
Respiro il profumo dell’ombra umida,
ascolto il mormorio della fonte.
Dei paesi che ha visitato mi mormora
sotto la terra, bui,
che l’occhio dell’uomo non può vedere.
Ella mi racconta della mia patria
e di ciò che si agita dentro di lei.
Ho ascoltato la voce degli uomini,
ho composto discorsi, ho disegnato piani,
ma ora vorrei solo ascoltare
le parole dell’acqua vicino alle mie orecchie,
stando disteso nell’ombra sull’erba
col capo appoggiato accanto alla sorgente.

*

Claudio Damiani (San Giovanni Rotondo 1957) vive a Roma fin dall’infanzia.
In poesia ha pubblicato: Fraturno (Abete 1987), La mia casa (Pegaso 1994, Premio Dario Bellezza), La miniera (Fazi 1997, Premio Metauro), Eroi (Fazi 2000, Premio Aleramo, Premio Montale, Premio Frascati), Attorno al fuoco (Avagliano 2006, finalista Premio Viareggio, Premio Mario Luzi, Premio Violani Landi, Premio Unione Lettori), Sognando Li Po (Marietti 2008, Premio Lerici Pea, Premio Volterra Ultima Frontiera, Premio Borgo di Alberona, Premio Alpi Apuane), Il fico sulla fortezza (Fazi 2012, Premio Arenzano, Premio Camaiore, Premio Brancati, finalista vincitore Premio Dessì, Premio Elena Violani Landi), Ode al monte Soratte, con nove disegni di Giuseppe Salvatori (Fuorilinea 2015), Cieli celesti (Fazi 2016, Premio Tirinnanzi), Endimione (Interno Poesia 2019, Premio Carducci), Prima di nascere (Fazi 2022, Premio Viareggio), Postomeriche, con disegni di Giuseppe Salvatori (Amos editore 2024). Una sua antologia curata da Marco Lodoli comprende testi scritti dal 1984 al 2010 (Poesie, Fazi 2010, Premio Prata La Poesia in Italia, Premio Laurentum). In ambito teatrale ha pubblicato: Il Rapimento di Proserpina (Prato Pagano, nn. 4-5, Il Melograno 1987) e Ninfale (Lepisma 2013).
Ha curato i volumi: Almanacco di Primavera. Arte e poesia (L’Attico Editore 1992); Orazio, Arte poetica, con interventi di autori contemporanei (Fazi 1995); Le più belle poesie di Trilussa (Mondadori, 2000).
È stato tra i fondatori della rivista letteraria «Braci» (1980-84) e, nel 2013, di «Viva, una rivista in carne e ossa».
Suoi testi sono stati tradotti in diverse lingue (tra cui principalmente spagnolo, inglese, serbo, sloveno, rumeno) e compaiono in molte antologie italiane, anche scolastiche, e straniere.
Ha pubblicato i saggi La difficile facilità. Appunti per un laboratorio di poesia (Lantana Editore 2016), L’era nuova. Pascoli e i poeti di oggi, a cura di Andrea Gareffi e Claudio Damiani (Liber Aria Edizioni 2017) e recentemente, con Arnaldo Colasanti, La vita comune. Poesie e commenti (Melville Edizioni 2018).